Il disprezzo

Le mépris

7,7

1963

Regia: J.L.Godard

Genere: Drammatico

CAST

Brigitte Bardot

Michel Piccoli

Jack Palance

Giorgia Moll

Fritz Lang

Linda Veras

Jean-Luc Godard

Raoul Coutard



IL DISPREZZO
Anno 1963
Titolo Originale Le mépris
Altri titoli Contempt
Durata 100
Origine FRANCIA, ITALIA
Colore C
Genere DRAMMATICO
Specifiche tecniche 35 MM, FRANSCOPE, TECHNICOLOR
Tratto da romanzo omonimo di Alberto Moravia
Produzione ROME PARIS FILMS, LES FILMS CONCORDIA, COMPAGNIA CINEMATOGRAFICA CHAMPION
Distribuzione INTERFILM - GENERAL VIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI, CECCHI GORI HOME VIDEO (GLI ORI)
Regia
Jean-Luc Godard
Attori
Brigitte Bardot Camille Javal
Michel Piccoli Paul Javal
Jack Palance Jerome Prokosch
Giorgia Moll Francesca Vanini
Fritz Lang Se stesso, il regista
Linda Veras Una sirena (non accreditata)
Jean-Luc Godard Aiuto regista di Lang (non accreditato)
Raoul Coutard Cameraman (non accreditato)
Soggetto
Alberto Moravia
Sceneggiatura
Jean-Luc Godard
Fotografia
Raoul Coutard
Musiche
Georges Delerue
Piero Piccioni (versione italiana)
Montaggio
Agnès Guillemot
Lila Lakshmanan (non accreditata)
Costumi
Tanine Autré (non accreditata)
Trama Paul Javal, uno scrittore di gialli viene chiamato da un produttore americano, Prokosch, per sceneggiare un film sull'Odissea. Il film dovrebbe essere diretto dal celebre Fritz Lang. Il produttore non nasconde la corte assidua che fa ad Emilia, la giovane moglie dello scrittore. Questo provoca la rottura definitiva fra i due sposi. Emilia, nel tornare a Roma in compagnia del produttore, però, muore miseramente in un incidente automobilistico a bordo della fiammante Alfa del produttore.
Note - AIUTO REGIA: CHARLES BITSCH.
- DIALOGHI: JEAN-LUC GODARD.
- REVISIONE MINISTERO GIUGNO 2000.
Critica "Ispirato all'omonimo romanzo di Alberto Moravia questo film presenta una 'situazione' psicologica che il regista non spiega e non approfondisce. Ne scaturiscono squilibri, lacune, passaggi narrativi, gratuiti che non giovano certo alla comprensione dell'opera; appesantita inoltre da un dialogo di marca prettamente letteraria e dalla monotonia di alcune lunghe pagine che l'autore non riesce quasi mai a riscattare coi suoi virtuosismi tecnici, sul piano espressivo. La fotografia a colori è bella e funzionale, l'interpretazione discreta nonostante l'inconsistenza dei personaggi." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 54, 1963)