La cambiale
6,7
1959
Regia: C.Mastrocinque
Genere: Commedia
CAST
Totò
Aroldo Tieri
Vittorio Gassman
Erminio Macario
Ugo Tognazzi
Raimondo Vianello
Giorgia Moll
Paolo Ferrari
Sylva Koscina
Lia Zoppelli
Luigi Pavese
Gina Rovere
Toni Ucci
Nanda Primavera
Dina Perbellini
Eduardo Passarelli
Giacomo Furia
Laura Nucci
Pierugo Gragnani
Olimpia Cavalli
Jolanda Verdirosi
Vittorio Libassi
Nada Cortese
Franca Dominici
Ugo Sasso
Andrea Bosic
Marisa Mantovani
Olimpio Gargano
Maria Marchi
Renato Navarrini
Leonello Zanchi
Michelangelo Malaspina
Peppino De Filippo
Peppino De Martino
LA CAMBIALE
Anno 1959
Durata 91
Origine ITALIA
Colore B/N
Genere COMMEDIA
Produzione JOLLY FILM
Distribuzione JOLLY, TARABUSI - FONIT CETRA VIDEO, GRUPPO EDITORIALE BRAMANTE, CECCHI GORI HOME VIDEO
Regia
Camillo Mastrocinque (Thomas Miller)
Attori
Totò Dante Posalaquaglia
Peppino De Filippo Peppino Posalaquaglia
Aroldo Tieri Commendator Pier Luigi Bruscatelli
Vittorio Gassman Michele Il Tosacani
Erminio Macario Tommaso La Candida
Ugo Tognazzi Alfredo Balzarini
Raimondo Vianello Olimpio
Giorgia Moll Maria
Paolo Ferrari Ottavio
Sylva Koscina Odette
Lia Zoppelli Moglie Di Alfredo Balzarini
Luigi Pavese Cav. Temistocle Bisogni
Gina Rovere Lola Capponi
Toni Ucci Impresario
Nanda Primavera Cliente Di Michele
Dina Perbellini Cliente Di Michele
Eduardo Passarelli Il Pretore
Giacomo Furia Il Cancelliere
Peppino De Martino Cameriere Investito
Laura Nucci Cliente Di Michele
Pierugo Gragnani
Olimpia Cavalli
Jolanda Verdirosi
Vittorio Libassi
Nada Cortese
Franca Dominici
Ugo Sasso
Andrea Bosic
Marisa Mantovani
Olimpio Gargano
Maria Marchi
Renato Navarrini
Leonello Zanchi
Michelangelo Malaspina
Soggetto
Vittorio Metz
Roberto Gianviti
Sceneggiatura
Vittorio Metz
Giulio Scarnicci
Renzo Tarabusi
Luigi Magni
Federico Zardi
Roberto Gianviti
Fotografia
Alvaro Mancori
Musiche
Carlo Innocenzi
Montaggio
Roberto Cinquini
Scenografia
Piero Filippone
Costumi
Ugo Pericoli
Trama Un industriale, che è ritenuto ricco, e invece va a finire in prigione per insolvenza, rilascia a due lestofanti una cambiale da centomila lire. I due la passano al proprietario di una rivendita di tabacchi, il quale la gira al titolare di un negozio di animali domestici. Questi, avendo accertato che il documento non ha praticamente alcun valore, passa la cambiale al commesso che ha avuto la dabbenaggine di accettarla. Costui, avendo incontrato una donna leggera, si spaccia per principe russo e le dona la cambiale. La donna riesce a raggirare il marito della proprietaria di un negozio di pellicce ed il suo commesso, ai quali lascia la cambiale, ottenendone una magnifica pelliccia. La padrona del negozio impone al marito di ricuperare la pelliccia; ma questo risulta impossibile perché nel frattempo fra la donna e il commesso si sono stabiliti dei rapporti sentimentali. Per levarsi d'impaccio i due uomini tentano un colpo, che non riesce e per rimediare si servono della solita cambiale. La proprietaria della pellicceria continua ad agitarsi: per farla tacere il marito le dà ad intendere che la pelliccia è stata pagata in contanti, e che lui con quei denari ha pagato le tasse. Ma più tardi l'amministrazione delle tasse manda a fare un pignoramento e si scopre la bugia. Nel frattempo la cambiale torna alla pellicceria e la proprietaria se ne serve per ricuperare la pelliccia. La donna leggera riporta la cambiale al negozio dei cani, dove il commesso sta per sposare la sorella del principale. La donna restituisce la cambiale, ma in compenso sequestra il vestito della sposa. Allora il padrone del negozio e il commesso si recano dal tabaccaio e si fanno consegnare centomila lire di tabacchi, restituendo la cambiale. Coi tabacchi pagano la donna leggera e ritirano il vestito della sposa, che il commesso potrà impalmare.
Critica "(....) Gli attori danno spesso l'impressione di recitare a braccio, come se dietro la macchina da presa non ci fosse nessuno a controllarli (...). Totò e Peppino, Tognazzi e Vianello formano coppie talmente affiatate che ormai non sentono più il bisogno di prepararsi. E fanno male, Anche Gassman, stavolta, non trova il ritmo comico giusto (...)". (Ugo Casiraghi, "L'Unità", 20/11/1959).